Ascoltare Luci è immergersi in un mare all’apparenza calmo, in cui fremono invece parole diverse, sentimenti di ricerca, rottura e rinascita.
Luci è Luciana Patullo ed è anche il titolo del suo primo album che comprende 10 brani, a partire dai quali, durante una piacevole chiacchierata a tu per tu in videochiamata, la cantautrice mi ha raccontato di sé e dei tanti pezzi che compongono la sua musica.
Iniziando dalla fine, mi ha svelato qualcosa in più su “Pezzi”, ultima canzone dell’album, che mi dice di aver composto in una fase della sua vita in cui aveva deciso di raccogliersi, dopo un momento in cui si era sentita un po’ “cadere a pezzi”. Il brano è una lettera aperta per rincuorar se stessa e chi come lei ha vissuto qualcosa di simile.

Chi è Luciana Patullo?
Luciana, in arte Luci, sulla scelta del nome artistico, mi dice: «Luci è il modo in cui mi chiama la mia famiglia. Nel progetto ho cercato di mostrarmi agli altri nel modo più autentico.»
La sua autenticità è percepibile nei suoi brani, che nascono come pura espressione. Luci non immagina un pubblico, lo fa per sé e parlando di sé, senza costruzioni.
Dietro metafore, più o meno criptiche, in “Luci” l’artista ricerca parole e suoni nuovi per raccontare se stessa e la sua realtà, che pezzo dopo pezzo diventa più chiara e luminosa.
Ci mette non solo la voce e l’inventiva, anche l’elettronica e altri strumenti musicali, tra cui l’arpa, che dolcemente la ispira e l’accompagna.
All’interno di Luci si trova anche “La casa in riva al mare”, una cover di Lucio Dalla. È stata una scelta non casuale ma ricca di significati. Luci ha rivisto nel brano una condizione che sentiva familiare, ed è riuscita a reinterpretare il pezzo alla sua maniera, fine e aggraziata.
Tra gli artisti con i quali collaborerebbe volentieri, Luci mi dice che le farebbe piacere duettare con Margherita Vicario, che ai tempi è stata di ispirazione. Ma anche con Colapesce, Niccolò Fabi, Bianco per il suo modo di scrivere efficace, Ivano Fossati e, tra i cantautori del passato, con Fabrizio De André.

Cosa c’è da aspettarsi da Luci?
Alla domanda «Cosa c’è da aspettarsi di “vecchio” e di nuovo da Luciana Patullo?», la cantautrice mi risponde che sta portando avanti due progetti in parallelo: uno incentrato sul tema delle relazioni, affrontato sotto diversi punti di vista; l’altro più sperimentale e strumentale, in cui arpa ed elettronica s’incontrano. Ad appassionarla è anche lavorare sull’arrangiamento, al quale si dedica con grande trasporto.
Nella sua cittadina in Molise porta avanti da qualche tempo “Lo scarabocchio” una realtà in cui fa arte con e per i bambini. Insegna anche musica in fasce, a neonati e madri, e canto.
Musicista appassionata, semina musicalmente nei terreni che le piacciono, mettendoci tanti pezzi di sé, e ciò la rende un’artista a 360°, solare, energica e creativa, capace di fiorire e rifiorire.
Travolge con il suo entusiasmo e le sue idee, per cui c’è senza dubbio molto da aspettarsi da Luci.
Quando sarà possibile assistere ad un suo concerto dal vivo, con la sua immancabile e magica arpa, sarà un gran piacere.
Nell’attesa, consiglio l’ascolto di tutti i pezzi che compongono il suo album “Luci”, da assaporare come un mare d’onde dolci e delicate, per cui non rimane altro che tuffarcisi dentro.
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