Revelè, Giuseppe Cacciapuoti all’anagrafe, è un cantante emergente napoletano che ha debuttato il 18 luglio con “O Mar O Mar”, prodotto da Mario Meli (già a fianco di Annalisa, Alfa e Clementino).
L’artista è così che inizia a raccontare del suo primo singolo:
«È sicuramente un atto d’amore verso la mia città e una preghiera moderna, penso sia qualcosa che mi riporti a Napoli, temporaneamente, con lo stato d’animo, e spero sinceramente che possa essere lo stesso per altre persone che, come me, hanno dovuto abbandonare la propria città per lavoro, per necessità.».
Il suo legame con Napoli è molto forte, nonostante abbia lasciato la città per necessità in giovanissima età. Oltre ai colori, la cultura e la teatralità, è questo atto di sentire a tratti le emozioni in modo eccessivo a renderlo simile alla sua terra d’origine.
«Di Napoli, in generale, sono tantissime le cose che mi piacciono, tra cui la musica, la pizza, la mozzarella, il pane, tutto ciò che è culinario sicuramente mi piace tantissimo. Io tifo Napoli, come ogni napoletano, e nutro un senso di appartenenza molto forte. Per me Napoli è poesia, è artigianato, è sartoria, il pescatore che al mattino va a pescare e urla, e quello che ti vende la pannocchia.».
Giuseppe studia musica da sempre e il suo percorso d’esordio inizia con “O Mar O Mar”, in cui Napoli è protagonista, sfondo, nostalgia e ispirazione: “Comme a primm a vot ij m’annamor“, canta così dimostrando amore per la sua città, per la vita e una passione che aspettiamo venga fuori pezzo dopo pezzo.
Infatti questo singolo preannuncia solo tanti singoli di cui è prevista l’uscita a distanza uno dall’altro: il prossimo arriverà alle orecchie degli ascoltatori verso fine settembre, poi un altro a fine ottobre, mentre a gennaio è in uscita un EP di completamento e sarà un tutt’uno per raccontarsi e per dare inizio al tour. Intanto il videoclip di “O Mar O Mar” uscirà il 31 luglio.

Revelè sugli emergenti, il contributo alla musica e l’origine del suo nome
Revelè dice la sua anche sugli emergenti e condivide il suo punto di vista su chi si affaccia alla musica:
«È meglio un percorso con delle fondamenta, con una nicchia di persone che inizia a seguirti per quello che sei. Penso che per un emergente sia difficile, ma è importante che sia se stesso, che sia accompagnato da un programma professionale e che sia felice per quello che sta facendo.».
Qual è il suo contributo alla musica? Risponde così:
«Cosa porto in più? Porto in più la teatralità di essere. In questo caso, io non mi sto mettendo una maschera, ma sto togliendo una maschera. Mi piacerebbe molto che i miei prossimi e futuri show potranno essere dei veri e propri show rappresentativi, sia dal punto di vista teatrale, sia dal punto di vista musicale. Mi interessa l’essere umano e in quanto Revelè, rispetto agli altri, semplicemente rivelo me stesso e penso sia una delle più grandi armi che ci possa essere.».
Sulla scelta del suo nome, dichiara:
«Revelé nasce in una notte particolare della mia vita. Cercavo benessere all’esterno, quando mi sono accorto durante determinate notti che casa è dentro se stessi. Cioè, quando tu trovi una tua pace interiore con quello che sei, riesci a rivelare il vero sè, il vero te stesso: per questo “Revelé”, vorrei che ogni canzone possa rivelare una mia parte di vita fondamentale, che mi ha cresciuto, che mi ha forgiato e che mi ha fatto diventare quello che sono oggi.».
Per quanto riguarda i live, non c’è una programmazione definita al momento e si prevedono concerti dopo l’uscita dell’EP completo, nel frattempo tocca pazientare, e a proposito di pazienza Revelè condivide queste parole:
«Per me che ho iniziato arte da un po’ di anni, riconosco che la fase più difficile da accettare sia l’aspettare, essere pazienti e non voler tutto subito. Per un sognatore è molto difficile. Molti sognatori, come me, scrivono adesso e domani vorrebbero essere su tutte le radio del mondo e su tutte le librerie del mondo.».
Da profondo sognatore, la sua aspirazione è calcare i grandi palchi e magari un giorno esibirsi a Piazza Plebiscito a Napoli, proprio per coronare la sua appartenenza ad un luogo che ama. Chissà se concretizzerà la sua ambizione, nel frattempo gustiamoci “O Mar O Mar” e pian piano quel che sarà in futuro, senza fretta.