Simona Salis su S’anima, il nuovo album, e la collaborazione con Antonella Ruggiero: «Ci sono meno aspettative ma tanto piacere di fare»

simona salis intervista

Simona Salis, cantautrice e insegnante di musica di Cagliari, ha studiato a Siena e vissuto in varie città europee. A Varese ha fondato la “Bips School” e di recente ha pubblicato il suo nuovo album “S’Anima”, che abbraccia la world music ed esplora l’anima e l’inconscio. Hai possibilità di conoscerla meglio leggendo l’intervista di seguito.

S’anima di Simona Salis, 10 brani e la collaborazione con Antonella Ruggiero

A dare il là è la fresca “Mon amour”:

«Mon Amour è un brano che racconta un po’ la leggerezza dell’anima, è il più leggero del disco, è la storia di due amanti che a piedi nudi aspettano che ritorni il sole dopo un acquazzone, la famosa quiete dopo la tempesta.».

Si mescolano l’italiano con il francese, la lingua dell’amore, visto che d’amore si narra, con un ritmo frizzante generato da un’armonia di più strumenti musicali.

Il pezzo successivo è “Sono stata” e Simona Salis, accompagnata dalla voce inconfondibile di Antonella Ruggiero, racconta più versioni di se stessa e di ciò che è stata, prendendo spunto da una poesia di Mariangela Gualtieri. E poi si chiede:

«Sono stata tutto, ma perciò di cosa devo avere paura? E io invece ho paura. Ho paura in realtà anche della morte. Infatti tratto questa vita come se fosse unica e ripetibile.».

E sulla collaborazione con Antonella Ruggiero aggiunge:

«Noi ci conosciamo da una ventina d’anni. Lei mi ha sostenuta, è una grande donna, è una grande persona che stimo molto, non solo come artista, perché è veramente un’anima interessante. Chiedendole se le andava di partecipare mi ha risposto molto entusiasta, dicendomi che la canzone è davvero bella e che avrebbe cantato volentieri in duetto con me. Puoi immaginare la mia gioia estrema, tanta felicità.».

La ricerca di Simona Salis e l’origine della sua musica

Simona Salis tramite questo disco parla alla sua anima ma anche a quella degli altri, e lo dice:

«Sicuramente non parlo solo della mia anima, ma di tutto ciò di cui io faccio parte. Quindi sicuramente c’è una grandissima connessione tra me e tutti gli altri. È la mia musica.

Quello che canto, che scrivo, quando racconto, è come se venga fuori da questo vaso di Pandora, da questo contenitore interno, ma anche esterno, perché è collegato. Quindi io sono un veicolo a volte, delle emozioni e delle conoscenze che condivido.».

E sulla genesi dei suoi brani, racconta:

«Generalmente l’embrione iniziale nasce proprio nella mia intimità, chitarra e voce. Ho bisogno anche di tanta solitudine per scrivere, soprattutto i testi, ma anche le melodie.

Poi passa nelle mani di mio marito Ivan Ciccarelli, che è anche il mio produttore storico. Lui è un batterista percussionista, ma negli anni ha sviluppato questa attitudine alla produzione. Ha co-prodotto anche degli album di Antonella Ruggiero, ha scritto con Finardi, ha collaborato con Jovanotti, Ramazzotti, con un sacco di artisti già conosciuti e apprezzati.».

Simona utilizza, come le definisce lei,  “sonorità sincere”, raramente usa campionatori synth, elettronica, anche se un po’ di contaminazione c’è.

La sua musica è frutto di un lavoro a più mani:

«Sia l’album che il live è tutto condito in famiglia: batteria Ivan Cicarelli, basso Lara Cicarelli, mia figlia. È bellissimo suonare con loro, è come il sugo della domenica.».

Rispetto ai dischi passati, al futuro e sul mestiere da insegnante di canto

Il primo album di Simona Salis, “Chistionada de Mei” (2006), scritto in sardo, ha ottenuto riconoscimenti come il Premio Tenco e il secondo posto su iTunes jazz. Nel 2016 ha pubblicato “Janas e Dimonius”, dedicato alle figure leggendarie sarde, e nel 2018 “Nomi”, con brani dedicati a persone importanti della sua vita.

Rispetto al passato, in questo disco c’è tutta la sua crescita, tutto il bagaglio di storia che l’ha accompagnata fino a qui, e quindi:

«Probabilmente anche meno aspettative, che a volte sono il danno maggiore che noi esseri umani possiamo avere nell’intelletto mentre raggiungiamo un obiettivo. Il piacere di fare, ecco, ho raggiunto questo.».

Simona Salis porta avanti con molta passione anche il mestiere da insegnante di canto:

«Insegnare ho scoperto nel tempo che mi piace tantissimo, mi dà tanto, mi fa sentire utile. Poi insegnare canto non è solo insegnare a essere intonati, la tecnica, la musica. Insegnare canto ha a che fare con la voce, con quei bei blocchi. Vocalmente si riesce, insieme all’emozione, a tirarla fuori. Quindi questo mi fa sentire benissimo.».

Rispetto al futuro invece, l’artista sta già lavorando al concept del prossimo album. Il mese scorso ha dato vita ad un nuovo brano che si intitola “Scarpe Rosse”, tramite il quale ha voluto esplorare un po’ di più la figura della donna, questa sua capacità di  trasformare la violenza, gli aspetti negativi e “sentire un profumo anche dove non c’è”.

Nel frattempo, l’invito è di ascoltare i pezzi di “S’anima”,  con i suoi suoni etnici e ancestrali, il mix di lingue differenti e la ricchezza di sfumature.

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