Se c’è un artista italiano che ha saputo posizionarsi a metà tra cielo e terra, tra umano e ultraterreno, tra reale e ideale, è Franco Battiato, che ha scelto soprattutto il suono e la voce come mezzo per esprimere il suo immaginario. In esso ha trascinato tutti noi, con una musica colta ma non esclusiva. Infatti, le sue melodie sperimentali, insieme ai testi ricercati, sono riusciti a far pensare e danzare il vasto pubblico, perchè lo includono totalmente, comunicando a più livelli.
La popolarità di Franco Battiato non è frutto del caso, ma di passione profonda e tanto lavoro su se stesso, sulle sonorità e sulle parole. Ogni brano della sua raccolta è ponderato e curato nel dettaglio. In lui convive il cantautorato, la musica sperimentale, il pop, l’elettronica, il rock progressivo e il new wave.
Franco Battiato: E ti vengo a cercare nei tuoi esperimenti
Sperimentare è l’attività che lo contraddistingueva: ha anticipato i tempi, ha dettato le mode, ha fatto da “sarto” musicale a diversi artisti, soprattutto donne. Insomma, ha sviscerato la musica, non si è lasciato dominare e ha guidato fino a quando il suo corpo e la sua mente glielo hanno concesso. Dopodichè ci ha lasciato un vastissimo repertorio, una grande bellezza di cui prendercene cura e da cui sarebbe un peccato non attingere.
Franco Battiato ha amato da subito Milano, città che l’ha accolto musicalmente e fatto crescere professionalmente, ma non ha mai dimenticato le sue origine sicule, soprattutto la sua infanzia che ha definito fantastica e tribale, vissuta in una realtà selvaggia e di cui a lui era rimasto impresso il profumo del mare, dei gelsomini, delle zagare. Di quel Sud conservava bei ricordi ma gli stava stretto e diceva: «non sopportavo quell’andare avanti e indietro dal corso alla piazza per lamentarsi che le cose non andavano.».
Franco non era di certo un uomo ordinario, era attivo e partecipe, mai sottomesso, e lo dimostra la sua breve esperienza in politica in Sicilia nel 2012, da assessore regionale al Turismo.

Franco Battiato: La cura è la musica, il cinema, l’arte
La musica era il canale principale, la sua miglior compagna, ma diede spazio anche al cinema per cui fu compositore e anche regista di film come “Perdutoamor”,”Niente è come sembra”, “Musikanten”, ecc. Inoltre non sopportava di non saper dipingere e così imparò, divenendo anche pittore.
Per Battiato la musica era un punto di riferimento ma non si fermò a quello, tirò una lunga linea, usufruendo di più forme d’arte e linguaggi. Lui la vita la voleva vivere e soprattutto comprendere appieno, e per questo non si pose limiti, scegliendo di raccontarcela a suo modo, un modo più o meno orecchiabile, che non è passato inosservato.
Battiato diceva: «Toglietemi l’ironia e mi avete tolto tutto.». Così con la cultura di massa ci giocava, delineava la giusta distanza e non si faceva sopraffare.
In “Tutto l’universo obbedisce all’amore” intonava: «Ed è in certi sguardi che si vede l’infinito.». Nel suo sguardo si intravedeva lo stesso, nella sua arte che disegnava orizzonti, che divideva e allo stesso tempo univa finito ed infinito.
Artista esemplare ed unico ci ha lasciato, e ci ha lasciato tanto. Noi non lo scorderemo mai, per ogni suono, parola, impressione che ci ha regalato. Un abbraccio ad un grande Maestro.
(Questo articolo è stato pensato e scritto per “La Voce del Sud”)
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