Alessandro Santacaterina è un chitarrista, polistrumentista e compositore calabrese, riconosciuto dalla critica come uno dei principali virtuosi europei. Il suo punto di forza è la chitarra battente, strumento a 5 ordini di corde, che ha conosciuto una vasta diffusione a partire dai primi decenni del ‘700, nel Lazio e in Campania e successivamente in Calabria e Puglia.
L’artista vive da sempre un ambiente stimolante ed è educato all’arte, soprattutto dalla madre, che lo avvicina non solo alla musica, anche alla pittura, il disegno, la scrittura.
Alessandro fa della sua vita un’opera d’arte, non esegue nulla per caso e lo si capisce anche dalla sua musica, che lui compone dettagliatamente, rispettando le regole e stravolgendole quando è opportuno.
Verso i 7 anni, sempre su input della famiglia, inizia a suonare il violino che poi abbandonerà, mai pensando che la passione per la musica, di lì a poco, sarebbe diventata una professione.
Brancaleone, paese del basso jonio reggino, è la sua terra d’origine, che a lui piace presentare come biglietto da visita quando porta la sua musica in giro per il mondo, vantando concerti ed esibizioni presso festival, televisioni, eventi e teatri nazionali e internazionali.
Alessandro Santacaterina si afferma musicalmente anche grazie alla sua originalità, alla sperimentazione e la contaminazione.
Alessandro Santacaterina tra premi e riconoscimenti
L’artista ne ha ricevuti di premi e riconoscimenti, per esempio come miglior chitarrista emergente al Tour Music Fest del 2013 al Roma-Piper Club. È stato anche definito “geniale nella semplicità dei suoni” dal critico musicale Renato Marengo, guadagnandosi il premio per il miglior brano al Gran premio Manente con il videoclip “La Follia del Museo”.
Nel 2021, a Viagrande, gli è stato assegnato il primo premio assoluto all’Amigdala International music competition, sezione folk instruments. Invece a Lamezia è stato vincitore del IV Concorso chitarristico internazionale del’istmo. In più nel 2022 ha ricevuto a Cremona il primo premio assoluto al concorso internazionale “stanza dell’arte”.
Tra i riconoscimenti: “suoni giovani del Sud”, assegnato a Napoli alle giovani realtà musicali più influenti del Sud Italia; “Salvatore Verga”, attribuito ai giovani musicisti italiani che si sono maggiormente distinti nel campo delle arti performative.
Alessandro ha la passione per la ricerca e l’etnomusicologia. A lui interessa molto il perché delle forme musicali, di cui la Calabria ne è ricca. Per quanto riguarda il resto del mondo cerca sempre di scoprire quali siano i caratteri musicali comuni, sia con l’Italia che con le culture più lontane.
Riuscire a consolidare una tecnica, è prima di tutto questo il traguardo raggiunto dall’artista che con la sua chitarra battente, strumento che non ha letteratura né gloriosi compositori, ha avvertito l’esigenza e l’urgenza di creare una nuova tecnica e un nuovo linguaggio, dopo musicisti come Marcello Vitale e Francesco Loccisano.

Alessandro Santacaterina oggi, i traguardi, le aspirazioni
Ad oggi Alessandro Santacaterina è riconosciuto dalla critica come uno dei principali esponenti e virtuosi della chitarra battente a cinque ordini. Il musicologo e docente dell’Università di Firenze, Maurizio Agamennone, lo ha definito “uno dei migliori chitarristi battenti attualmente vivi”, il cantautore Eugenio Bennato come “la prima chitarra battente della nuova generazione”, la rivista Blogfolk come “un giovane talento della chitarra battente”.
L’artista si esprime con un linguaggio suo che deriva da più tecniche e strumenti, che alla fine sono diventati un tutt’uno per una nuova forma d’espressione.
Alessandro è laureato con massimo dei voti e lode in chitarra classica presso il Conservatorio Francesco Cilea di Reggio Calabria. Aspira prima di tutto ad una vita dignitosa, ad una carriera da concertista e da insegnante universitario nel ramo della musicologia. Ha anche intenzione di iniziare un percorso di studi per direzione d’orchestra e attualmente è uno studente di Conservatorio come compositore. Desidera scrivere non solo per se stesso ma anche per commissioni, orchestre, colonne sonore e su richiesta, a secondo dell’organico.
È appassionato e determinato Alessandro e sicuramente riuscirà a concretizzare i suoi desideri e raggiungere i traguardi che in parte ha già fatto suoi.
Da “Danza dell’eremita” al nuovo album in uscita, e le influenze
Il primissimo pezzo con i quale il musicista ha iniziato a sperimentare è “La danza dell’eremita” del 2017, brano che prende spunto dalle carte dei tarocchi.
“Danza delle terre desolate” è invece l’album del 2020, che comprende 3 brani: il primo è “Canarìos”, un suo arrangiamento di una danza di fine ‘600 del chitarrista spagnolo Francisco Bartolomeo Sanz. “Aria e danza” è invece il pezzo che racconta la storia di una ragazza che è stata uccisa per un eccesso di gelosia. Per ultimo c’è “Improvvisazione I di tarantella”, una ballata rivisitata.
La copertina dell’album richiama tutti e 3 i brani, proprio perché Alessandro quando compone e crea lo fa considerando i particolari, le associazioni, la storia, il significato. La sua musica è carica e sorprende continuamente. Quando si esibisce è totalmente coinvolto e profondamente espressivo, come se incorporasse la sua stessa chitarra e gli altri strumenti, anche un po’ bizzarri, che decide di includere nelle sue performance.
È già pronto il nuovo album di Alessandro Santacaterina, che aspetta solo di essere pubblicato. Comprende orchestrazioni, elettronica, brani per chitarra sola, sia di musica di derivazione etnica che avanguardistica e di stampo classico.
Tra le sue maggiori influenze musicali: Sergio Altamura, compositore di origine pugliese che fa musica acustica e sperimentale; i Kraftwerk; gli Area; gli Art Ensamble di Chicago; i compositori colti del ‘600 e ‘700 che si studiano al Conservatorio; gli innovatori della nuova musica post anni ’50; Yamandu Costa, un virtuoso chitarrista folk brasiliano che ha avuto anche il piacere di conoscere, e del quale apprezza l’idea del costume sociale espresso attraverso la musica.

Le collaborazioni, i grandi maestri di Alessandro e la sperimentazione
Alessandro Santacaterina è orgoglioso delle collaborazioni che ha intessuto nel corso degli anni, una fra tutte è quella con Eugenio Bennato, i Gretchen Rhodes, Paolo Angeli, Peppe Voltarelli, il percussionista indiano Rashmin Bhatt, Nour Eddine Fatty, gli Hypertext O’rchestra. Ha suonato anche con Petra Magoni, Badara Seck, Alfio Antico, Riccardo Fassi, Antonello Salis, Stefano Di Battista.
In programma ci sono concerti che vedranno la partecipazione di Urna Chahar Tugki, una delle voci più importanti della World Music; Alireza Mortazavi; Alex Balanescu, violinista virtuoso proveniente dalla Romania; Gabriele Mirabassi, una delle massime autorità del clarinetto italiano.
Il suo primo maestro è stato Francesco Loccisano, da lui ha appreso l’arte della battente solista. Poi Francesco Tornabene, del Conservatorio di Reggio Calabria, che è stato quello che ha formato la sua tecnica per la chitarra. Ha studiato con Keith Goodman, direttore d’orchestra italo-statunitense, con cui ha studiato composizione, e con Simone Vallerotonda con il quale studia tutt’ora prassi della musica antica e improvvisazione sulla musica del ‘600 e ‘700.
Sulla sua tendenza a sperimentare ogni giorno Alessandro dice che vivendo un’epoca in cui molto è stato già scoperto, è spinto a ricreare qualcosa di nuovo, e lo fa non per sorprendere il prossimo ma per se stesso prima di tutto.
Si definisce “affamato di suono”, vuole esplorare le parti più lontane di quest’ultimo, vedere quali sono le associazioni timbriche che ricava anche attraverso il caso o tramite formule matematiche, per vedere dove si può arrivare e se casualmente si può trovare quello che prima non c’era.
Le ispirazioni di Alessandro Santacaterina e il nuovo tour
A ispirare Alessandro, quando compone, a volte è l’improvvisazione, altre volte è una storia, altre ancora è un’improvvisazione che proviene da una storia. Al riguardo aggiunge:
«A me, da studente di Conservatorio, viene imposta sempre la forma, l’equilibrio, la simmetria delle parti. A volte c’è, a volte non c’è. Io vedo la musica come un flusso libero che può prendere qualunque direzione e che non deve per forza essere incatenato all’interno di una struttura rigida, che ha un inizio e una fine e un numero pari di battute. A volte è necessario affinché abbia un senso compiuto, altre volte si può essere seguiti lo stesso. A me interessa prima di tutto il contenuto dal punto di vista umano e raccontare sempre qualcosa. L’essere accademici, la forma e la struttura viene tutto dopo.»
Secondo Alessandro la musica unisce, divide e può essere usata anche come forma di protesta. Lui la vive come fosse una sua estensione, la pratica perchè cerca di stare bene e ha intrapreso questa strada per volontà di riuscire in qualcosa, è la sua forma di redenzione. Poi è anche terapia.
A partire dai primi di agosto lo vedremo impegnato in un nuovo tour, dal sud al nord Italia, durante il quale è rompere la distanza che c’è tra la sconosciuta chitarra battente e la gente che lo intriga di più.
Da questo tour c’è da aspettarsi concerti di derivazione folk e musica colta, con indole rock, battente ed elettronica.
Invece, da Alessandro Santacaterina, c’è da aspettarsi grandi momenti musicali. Lui è un artista vero e completo, che sa rinnovarsi, che investe tempo ed energia nella sua musica, regalandosi grandi piaceri e soddisfazioni e regalandoci performance mai uguali né banali. È da tenere d’occhio perché di artisti così promettenti e validi non è poi così pieno il mondo.

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Grande Ale e anche alla giornalista che è stata capace a descriverlo così bene
Onore e lode ad un giovane artista che si nutre di ciò che é di più sano come la musica e lode alla puntuale presentazione che ne aumenta il valore.
Con la direzione della nostra orchestra. Orchestra popolare Amore&Rabbia ha saputo cogliere lo spirito di tutti i musicisti e tradurlo in musica regalando al pubblico di Amore&Rabbia momenti piacevolmente intensi. Grande Alessandro!!!