Dalila Spagnolo e la forza d'essere "cantautrice di fragilità"

Dalila Spagnolo, classe 1998, è un’artista leccese che si definisce “cantautrice di fragilità”. É innamorata immensamente della musica, alla quale dedica anima e cuore, sperimentando e crescendo ogni giorno.

Parla con maturità della musica, che vuole sia elemento essenziale della sua vita. Vuole vivere d’arte, di questo ne è convinta.

A partire dai 18 anni, nelle stanze di un Oratorio, nasce il suo interesse verso il Gospel e questo le permette di curare maggiormente le relazioni e sviluppare la parte più intima e spirituale di se stessa e della musica, e non c’è proprio niente di fragile in questo. Infatti, la forza che trasmette Dalila nasce proprio dalla consapevolezza di chi vuol essere e di ciò che può creare.

Inizialmente ha alimentato anche la sua vena soul scrivendo soprattutto in inglese ma negli ultimi 2 anni ha riscoperto il piacere di scrivere e cantare in italiano, ed è così che nasce “Fragile”.

“Fragile” è il primo album, completamente autobiografico, di Dalila Spagnolo:

«É più di un disco, è uno strumento per avvicinarci.»

dichiara l’artista che ce lo dona in una scatola, per farne tesoro e prendercene cura.

Dalila aggiunge:

«La fragilità è tutto ciò che ci rende vulnerabili, è il frutto del nostro passato che si riversa poi sul presente, della nostra infanzia, della nostra esistenza che ci ha forgiato e plasmato e ci dà gli strumenti per vedere la realtà in un certo modo. I miei strumenti sono stati l’insicurezza, il senso dell’abbandono e tante fragilità che non ho voluto tenere per me perché alla fine sono diverse da persona a persona ma sono quasi di tutti.».

Di obiettivi importanti Dalila ne ha già raggiunti, per esempio il secondo posto al Premio Lunezia e l’essere rientrata tra i vincitori di Area Sanremo. Per lei sono riconoscimenti di cui va fiera ma il traguardo più importante è stato il suo primo disco, “Fragile”, in cui trasmette i suoi pensieri. Uno tra tutti, la convinzione che la felicità non sia più un obiettivo, bensì uno stato d’animo per cui occorre una particolare predisposizione.

Dalila Spagnolo: da “Giallo fiore” a “You are not alone”

I brani che compongono il suo primo progetto sono “Giallo fiore”, “Polvere”, “Universo”, “Draai nie om“, “Fragilità”, “You are not alone”, ma il pezzo al quale si sente più legata, e che racchiude più il suo estro, è “Tutto di me” sul quale dice:

« È una confessione, di tutti i miei lati più strafottenti, egocentrici, anche egoistici. Questo brano porta avanti l’idea della lunaticità e degli sbalzi d’umore che ho voluto richiamare anche tramite l’arrangiamento che il mio produttore artistico Luigi Russo è stato bravissimo a tirare fuori in modo orchestrale.»

Nel frattempo c’è “Alberi d’eterno”, il brano che anticipa il suo secondo album, che nasce per metà canzone e per metà pensiero in versi. Qui timori e bambini si prendono per mano. Entrambi vanno difesi e accolti, anche se a volte danno fastidio. Timori e bambini prendono le sembianze di alberi secolari, contenenti in sé del potenziale che va riconosciuto e annaffiato.

Dalila Spagnolo adesso sta lavorando ad un nuovo live, sul quale non svela molto, essendo ancora in fase di costruzione.

A maggio sarà a Tolosa per un Erasmus placement con musicisti francesi e spagnoli, durante il quale avrà luogo anche il Locomotive Jazz Festival.

Tra le sue aspirazioni, in parte già concretizzate, c’è anche quello di insegnare scrittura creativa a livello cantautorale perché, oltre la musica, ci sono le parole ad affascinarla. Le sue convincono già, quindi non rimane che attendere lo sbocciarsi di questo fiore che presenta già un buon profumo e le caratteristiche idonee per colorarsi ancora di bellissime sfumature.